Dal blog: Scegliere lo scenario

“Peregrine appoggiò i palmi sul tavolo. Disse Parigi, Martha. «Per favore, vai a Parigi.»

«Perché?»

«Perché quando la sofferenza è inevitabile, l’unica cosa che si può scegliere è lo scenario. Piangere disperati lungo la Senna è diverso dal piangere disperati mentre ci si aggira per Hammersmith.»

Risi, e Peregrine prese un’espressione infelice. «Non sto facendo lo stravagante, Martha. Per farla breve, la bellezza è una ragione per vivere

[…]

Nel mio ultimo giorno a Parigi, mangiai ostriche nel ristorante fuori moda in cui mi aveva portato il giorno del mio trentesimo compleanno. Passeggiando, poi, dalle Tuileries al museo Picasso, pensai a una volta in cui ci eravamo salutati alla Gare du Nord. Era sera, il cielo era viola, Peregrine indossava un lungo cappotto e una sciarpa di seta e, dopo il bacio su entrambe le guance, si era messo un cappello e si era voltato verso la stazione. L’immagine di lui che camminava verso la facciata annerita, la folla di gente banale che gli si apriva di fronte, fu così sublime che lo chiamai, e lui si voltò. Pentendomene nel momento stesso in cui le pronunciai, gli rivolsi queste parole: «Sei bellissimo». Peregrine si toccò la tesa del cappello e l’ultima cosa che mi disse fu: «Si fa del proprio meglio».”

Meg Mason – L’opposto di me stessa

#citazioniletterarie

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