Dal blog: Metafore letterarie per un attaccamento sicuro (o per la sua negazione)

“Immagina di essere una bambina al parco giochi. Hai bisogno che i tuoi genitori, o il tuo caregiver, scelgano un punto preciso, stendano la coperta sul prato, si siedano e ti aiutino ad abituarti all’ambiente. Se lo fanno tu sarai libera di andare e venire come preferisci, a livello tanto pratico quanto metaforico; sarai in grado di sperimentare, esplorare, scoprire, crescere e svilupparti. Potrai provare tutti i giochi e gli spazi del parco, e ogni volta che ti girerai vedrai che quelle persone sono ancora lì dove le hai lasciate. Sarà proprio questo ad aiutarti a spingerti fin dove vorrai, sostenuta dalla certezza che, a ogni tuo ritorno, li troverai sempre in quel punto. Se al contrario non ci sono – perché stanno facendo una passeggiata, sono distratti, hanno cambiato posizione, si sono voltati o sono addirittura usciti dal parco -, non avrai la possibilità di farlo. Dovrai essere tu a girare attorno a loro, a stare nella loro orbita, e non potrai mai allontanarti più di tanto perché la responsabilità di mantenere quel legame ricadrà su di te, non su di loro. Non stanno condividendo quella responsabilità.”
#citazioniletterarie [Confessioni di un’amica – Elizabeth Day]

Una spiegazione sugli stili di attaccamento qui.

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