Dieci parole e dieci domande per vivere -non solo sopravvivere- la quarantena [parte 1/2]

Tutti noi, in queste settimane di indeterminatezza, preoccupazione e improvvisa sospensione della nostra vita, ci troviamo a fare i conti con un’esperienza del tutto nuova e per molti aspetti traumatica.
Come individui e come comunità, abbiamo attraversato diverse fasi del processo traumatico (elencate qui) e ci troviamo ora a dover stare, re-stare, in un tempo che appare sempre più dilatato e caratterizzato da incertezza e complessità. 

Viviamo un’esperienza straniante che, come tutto ciò che è estraneo, alieno, viene da fuori, ci pone di fronte ad una “percezione non abituale della realtà, rivelandone aspetti nuovi o inconsueti e suggerendo significati alternativi”. 

Siamo chiamati, ognuno nella propria soggettività ma anche come membri di una società, a rendere veicolo di conoscenza e apprendimento ciò che stiamo vivendo, ad attraversare intensamente questa esperienza, senza perdere l’occasione di imparare attraverso di essa il più possibile.
Pur e proprio attraverso tutte le difficoltà e le grandi e piccole sofferenze che esso causa e rappresenta, il momento presente richiede ad ognuno di noi di cercare e trovare una sua strada che lo porti rafforzarsi, coltivando la propria interiorità, scoprendo risorse che non immaginava di possedere. La vulnerabilità con cui la situazione presente ci mette a contatto, può essere un terreno fertile su cui ri-costruire. 

Sono molti gli aspetti intorno a cui interrogarsi rispetto alla situazione presente, tra cui quelli politici, ambientali, economici, lavorativi. 
Dopo un primo prontuario per la gestione dello stress da covid19, propongo ora qui, come psicologa e psicoterapeuta, delle riflessioni intorno a dieci temi connessi all’esplorazione dell’esperienza personale che l’isolamento da covid19 può sollecitare.

1. FELICITA’

La sospensione dei ritmi veloci e saturi di stimoli della propria quotidianità, in molte persone induce un senso di svuotamento e inutilità. Che senso aveva la vita fino a ieri, cosa mi resta in mano ora, e come sarà quella di domani? Ciò che si riteneva essere il proprio benessere, che componeva l’idea di felicità fino a ieri, forse ora appare sotto un’altra luce. Ma cos’è la felicità? Gli antichi greci la descrivevano con il termine eudaimonia. Eudaimonia si riconduce al daimon, inteso come “il codice della propria anima”, la propria vocazione, che ognuno è chiamato a cogliere per dare senso alla propria presenza nel mondo.
Quale occasione migliore di questo momento per dedicarsi alla conoscenza di sé, del proprio daimon? Siamo sicuri che la felicità dipenda così tanto dalle circostanze esterne?

2. CONTROLLO

La nostra società occidentale è incentrata sul tema del controllo. Il controllo del proprio tempo, dei propri spazi, anche relazionali, delle proprie emozioni, dei propri scopi e azioni.
La situazione del Covid19 ha sovvertito improvvisamente questo sistema di riferimento svelando di colpo la natura illusoria della pretesa di poter avere il totale controllo sulla propria vita, il fallimento di ogni velleità di onnipotenza
Come ti fa sentire questo? Che riflessioni ti porta a fare? Su cosa, senti di poter avere ancora, comunque, il controllo?
Possiamo infatti riflettere sul fatto che non tutte le scelte, non tutte le possibilità di controllo sono precluse durante la quarantena, ma questo lo vediamo alla parola libertà

3. CONNESSIONE

In un’epoca dove il mito dell’autonomia, dell’indipendenza e dell’autosufficienza governa l’ideale dell’io di molti di noi, riscopriamo ora l’interdipendenza e la connessione con gli altri. Pur essendo soli più che mai nell’affrontare la situazione attuale, nello stesso tempo ci sentiamo “tutti nella stessa barca”, connessi gli uni agli altri, nella responsabilità e solidarietà reciproca ma anche della condivisione emotiva. Da un lato siamo stupiti da quante risorse inaspettate ognuno di noi riesce a far emergere per fronteggiare la situazione presente, quindi di come siamo in fondo in grado di gestire la separatezza, di far conto su noi stessi. Dall’altro questo è un buon momento per ridare valore e tempo alle relazioni, aprirsi alla condivisione emotiva, essere di supporto agli altri ma anche saper chiedere aiuto
Chi sono le persone che hai voglia di sentire, quelle che davvero ti fanno stare bene, e perché? A chi puoi telefonare oggi, magari riprendendo un rapporto abbandonato per mancanza di tempo nel ritmo stringente della quotidianità?

4. AMORE, COPPIA, FAMIGLIA

Se ne è parlato molto: la quarantena sovverte le abitudini e i ritmi attorno su cui si sono costruiti gli equilibri, o disequilibri, della coppia o della famiglia con figli. Dividere uno spazio limitato ed un tempo illimitato con le persone più vicine può essere alcuni momenti sovraccaricante o perfino asfittico, creando la percezione di una crisi o di un disfunzionamento che in parte può essere dovuto a questo cambio di paradigma ed allo stress che la situazione di isolamento e sospensione causa, quindi transitorio e relativizzabile; in altra parte, però, può essere occasione di riflessione.
E’ forse il momento di ridefinire ruoli e spazi? Riesco a trovare spazio per la mia individualità e per i miei desideri all’interno coppia/famiglia? Come posso valorizzare questo tempo per arricchire le esperienze nella coppia/famiglia? 

5. CORPO

Ora più che nella normale quotidianità, dedichiamo molto del nostro tempo alla relazione con gli altri, attraverso telefonate, videochiamate, aperitivi di gruppo online. Questo è di fondamentale importanza per non sentirsi soli, per (come dicevamo sopra) tornare a dedicare attenzione e riscoprire persone che potremmo aver trascurato nei ritmi frenetici della precedente quotidianità. 
Eppure sentiamo che non è lo stesso.
Soprattutto chi vive solo, avverte che l’energia che comunica la presenza fisica dell’altro, il contatto corporeo, fanno sentire la loro mancanza, creando una netta differenza rispetto a quello che porta la loro presenza. Sarà importante ricordarlo, quando sarà possibile tornare a condividere lo stesso spazio.
Come utilizzo il mio corpo nella relazione? Chi stimola in me maggiore bisogno di affetto fisico, e perché? 
In attesa della possibilità di un contatto fisico con l’altro, ricordiamoci ci prenderci cura del nostro corpo. Vedi alla parola: qui e ora

Continua a leggere l’articolo nella parte 2/2.

Ricorda: Come psicologa e psicoterapeuta esperta in tecniche di elaborazione e desensibilizzazione dei traumi, offro interventi mirati in videochiamata in linea con l’iniziativa dell’OPL #lopsicologotiaiuta. Il primo colloquio di consulenza, in questo periodo emergenziale, è gratuito. 

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