Come sappiamo, è sull’interiorizzazione di un modello appreso dalle interazioni tra i loro genitori, che i bambini baseranno le loro relazioni future.
La loro fiducia di base si fonda sulla sensazione di protezione ed equilibrio vissuta nella famiglia di origine.
Ciò che fa davvero la differenza non è tanto il tipo di evento che porta disequilibrio in una famiglia e nei suoi bambini, ma il modo in cui esso viene gestito e vissuto.
L’amore è necessario, ma non è sufficiente.
Lo sa la coppia che si separa e lo vivono anche i bambini: l’amore di un genitore è necessario, ma non è sufficiente perché un bambino possa sentirsi sicuro e sereno.Vedremo quali sono i fattori protettivi ed i fattori di rischio che possono modificare l’impatto di una crisi familiare nei bambini.
Partiamo da loro.
In generale, nelle diverse fasce d’età i vissuti vengono elaborati con modalità diverse. Vediamo come.
I bambini da 0 a 3 anni non processano in senso cognitivo l’accaduto, ma vivono le sensazioni correlate in base alla loro intensità in un registro corporeo dove essere permangono poi in termine di memoria implicita o procedurale quindi più difficilmente elaborabile anche a posteriori. Possibili sintomi: la sofferenza prende forma attraverso manifestazioni corporee come dermatiti, iperattività, disturbi fisici, disturbi alimentari o del sonno.
I bambini dai 3 ai 6 anni, facendo ancora uso di un pensiero egocentrato, tendono a vedere in loro stessi la causa dell’accaduto. Possibili sintomi: senso di colpa e di pericolo, impotenza nel non poter ricomporre la situazione, comportamenti autopunitivi.
I bambini in età scolare hanno maggiori capacità cognitive e di elaborazione. Cercano solitamente di mantenere un rapporto sicuro ed equilibrato con entrambi i genitori. Possibili sintomi: sovraccarico di responsabilità.
I preadolescenti: durante questa fase, caratterizzata prevalentemente dalla definizione dell’identità di genere e da potenti cambiamenti corporei ed ormonali, i ragazzi tendono ad un’oscillazione tra inibizione o esibizione di sé. Possibili sintomi: un malessere legato alla mancanza di costanza delle figure genitoriali, ad un clima di sofferenza o rabbia in casa, può spingerli verso una eccessiva polarizzazione in un versante di chiusura o al contrario di disregolazione. I processi di identificazione con il genere maschile o femminile, rappresentato primariamente dai due genitori, possono spingere il ragazzo a prendere le parti di uno dei due genitori mostrandosi distaccato e in disinvestimento verso l’altro genitore.
Gli adolescenti vivono una fase caratterizzata dal compito evolutivo di trovare una dimensione di differenziazione, emancipazione, socializzazione alternativa alla famiglia; famiglia che, perché questo step evolutivo abbia una buona riuscita, deve essere percepita dal ragazzo come un porto sicuro in cui tornare, come una struttura stabile che lo aiuti a regolare le sue emozioni. Possibili sintomi: la rottura di un equilibrio familiare può spingere il ragazzo adolescente ad accelerare o inibire la sua fisiologica spinta all’individuazione, che potrebbe invece prendere la deriva di una fuga o di un ritiro.
Il genere maschile o femminile dei figli ha un’influenza sulle relazioni di fronte alla separazione dei genitori. Le femmine tendono ad iper adattarsi alla situazione, mentre i maschi risultano maggiormente sfuggenti, rischiando l’acting out dovuto ad una scarsa elaborazione dei vissuti. I maschi, inoltre, devono anche elaborare l’accaduto in un modo che possa mantenere attiva una buona identificazione con una figura paterna non danneggiata.
5 tipologie di reazioni problematiche nei figli a seguito dell separazione tra i genitori
In modo trasversale a sesso ed età possono presentarsi nei bambini e nei ragazzi delle reazioni che si configurano in quadri più o meno stabili o problematici. Vediamo un ventaglio di possibili reazioni problematiche che è compito dell’adulto comprendere.
Negazione: in un primo momento il bambino può avere la tendenza ad evitare le proprie emozioni fingendo, anche con sé stesso, che nulla stia succedendo. E’ importante rispettare questo atteggiamento difensivo ma allo stesso tempo non colludere con esso. Quando intervenire: quando la negazione delle proprie emozioni legate al cambiamento della situazione familiare permane dopo i primi momenti.
Iperattività, sintomi psicosomatici, alimentari, disturbi del sonno: l’incapacità del bambino di elaborare e digerire le proprie emozioni può far sì che esse vengano tradotte sul corpo. Quando intervenire: Questo segnala la necessità di un aiuto per mettere ordine nei propri vissuti.
Rabbia: le reazioni di rabbia sono fisiologiche e sane. Quando intervenire: Quando i bambini temono che i genitori non possano reggere le manifestazioni del loro caos emotivo, possono manifestare la loro rabbia solo fuori casa, come ad esempio a scuola. Anche questo è un segnale che è importante leggere.
Chiusura e sentimenti depressivi: in un primo momento sentimenti di tristezza sono fisiologici e il bambino deve essere rispettato se presenta il bisogno di gestire le proprie emozioni all’interno di se stesso. Quando intervenire: se i sentimenti depressivi non si risolvono dopo i primi tempi e se l’atteggiamento di chiusura del bambino o ragazzo influenza anche le sue relazioni sociali extra-familiari.
Le reazioni dei bambini possono dipendere, oltre che dalle caratteristiche individuali e della storia pregressa, da come i genitori riescono a gestire questo momento di passaggio.
5 fattori di protezione per i figli durante la separazione dei genitori
1.Non è tanto la separazione in sé a risultare traumatica per i figli quanto la conflittualità tra i genitori. Se la coppia genitoriale riesce a mantenere una comunicazione amichevole e ad essere coerente nelle sue funzioni genitoriali, gli effetti negativi della separazione tra i genitori saranno molto ridotti.
2.Uno dei principali bisogni dei bambini è la prevedibilità e la routine: il mantenimento di una struttura stabile e comprensibile nella loro vita sarà un importante fattore protettivo in una situazione di separazione tra i genitori.
3.I bambini non devono avere la responsabilità di decidere per sé, soprattutto se a beneficio o danno di una delle sue principali figure di attaccamento. Dovranno essere comunque i genitori a continuare a rappresentare per loro il limite e la regola nella sua accezione più protettiva.
4.È un fattore di protezione e stabilità la presenza di un luogo stabile e accogliente in cui vedere, regolarmente, entrambi i genitori.
5. È fondamentale per i bambini poter percepire entrambi i genitori come integri e non eccessivamente danneggiati dalla situazione, in modo che possano continuare a rappresentare per loro una sicurezza.
Quali sono gli accorgimenti mettere in atto per tutelare i figli durante la separazione tra i genitori?
*E’ estremamente importante che i bambini possano fidarsi della propria mente e quindi percepire una concordanza tra le loro sensazioni emotive e corporee e quanto viene loro raccontato. Sono da evitare rassicurazioni non fondate, bugie anche se a fin di bene, spiegazioni sommarie. I bambini hanno bisogno di poter basarsi su informazioni vere e certe. E’ quindi fondamentale che abbiano delle spiegazioni, pur semplici, di quanto sta accadendo.
*I bambini devono poter provare lo stesso amore per entrambi i genitori e potersi fidare di entrambi per crescere in modo armonico. Questo non sarà possibile se essi sentono di dover scegliere o schierarsi con uno dei due. In quanto viene loro detto quindi è necessario sia presente una aspetto protettivo per l’altro genitore che tuteli la sua immagine agli occhi del bambino.
*E’ importante che l’adulto trovi in sé la possibilità di tollerare gli attacchi da parte del figlio, che spesso sono finalizzati a testare la resistenza e l’equilibrio, e quindi la possibilità di proteggerli ancora, del genitore.
*Evitare di adultizzare il bambino coinvolgendolo in dettagli legali o economici (es. le dinamiche del mantenimento) della separazione.
*Evitare inversioni o proiezioni di ruolo svalutanti o iperresponsabilizzanti legate ad affermazioni come: sei come tua madre/padre! Oppure: adesso sei tu l’uomo di casa!
*Il bambino ha bisogni di interiorizzare una buona capacità di pensare e di auto regolarsi: per questo è importante che i genitori mantengano una sostanziale coerenza nei loro stili educativi e coerenza nelle regole, anche rispetto a quelle che vigevano precedentemente.
*Non dare per scontato che i figli siano sicuri di non essere responsabili della separazione dei genitori, quindi rincuorarli su questo, incoraggiandoli ad esprimere timori, vissuti, domande.
*I vissuti non elaborati dei genitori in un momento di sofferenza e rabbia come quello conseguente ad una separazione possono ricadere sui bambini sotto che possono essere invasi da sentimenti di paura, colpevolizzazione, desiderio di protezione del proprio genitore con conseguente inversione di ruolo, adultizzazione, sentimenti di angoscia e perdita di riferimenti. E’ importante quindi che ognuno dei genitori che affronta un evento destabilizzante e stressante come una separazione, possa elaborare i propri vissuti emotivi che ciò comporta con l’aiuto di altre persone adulte di sostegno, così da non appoggiarsi, anche se involontariamente, sui figli per avere sostegno e aiuto.
*Rendere esplicite e prevedibili le decisioni organizzative prese (modalità e frequenza degli incontri ecc.), informare e rassicurare i figli sulle conseguenze pratiche che la separazione avrà per loro.
Non è vero che non cambierà niente. Lavoriamo insieme perché cambi nel modo migliore.
Per approfondimenti, domande o consulenza:
Dott.ssa Irene Mazzon, Psicologa Psicoterapeuta
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